si porta a roma… i piatti senza dio

E’ la prima causa di scontri tra coinquilini. Può portare a creare identità sospette in casa, intrighi più torbidi del datagate di Snowden.

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il buongiorno-tipo del fuorisede fuoriposto

Lavare i piatti è LA questione della convivenza tra sconosciuti. Per due motivi universali. Primo: si mangia almeno tre volte al giorno, quindi l’eventuale aspetto problematico  si ripropone con maggiore frequenza di quanto l’essere umano medio faccia la cacca. Secondo: lavare i piatti sta sul culo a tutti. C’è chi poi li fa e chi no, ma proprio a nessuno fa piacere, dopo il caffè, dopo la sigaretta, alzarsi e iniziare a scrostare la griglia e maledire il momento in cui hai deciso di fare la carne alla brace.

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lavastoviglie: la sua assenza definisce la casa dei fuorisede fuoriposto

LA REGOLA

Si narra che in alcune case di san lorenzo si sia provato a fare i turni anche per lavare i piatti. In queste sparute isole in cui si crede all’autogestione, alla fratellanza tra pari e a babbo natale si prova a far andare avanti un sistema simile a quello delle pulizie. Ci vorrebbe un pamphlet per elencare i motivi per cui è un’incredibile cazzata. Per economia cognitiva di suggerisco di passare oltre e fissare la regola “ognuno si fa i suoi”. Quando si mangia insieme, uno cucina, un altro fa i piatti e se c’è un terzo fa il caffè. Ma la regola deve rimanere sempre “a ciascuno il suo”.  Almeno in teoria.

LA COLAZIONE

Le prime falle del sistema emergono già appena svegli. Non ho mai conosciuto qualcuno che si lava la tazza/tazzina/coltello con cui ha fatto colazione. Se ne conosci qualcuno così, diffida di lui: è un fissato. Considerando che in una casa di fuorisede fuoriposto vivono in media 4-5 persone, già prima di pranzo si è creato un piccolo cumulo di piatti senza dio. E cioè quelle stoviglie che si accumulano nel lavandino 

Madonna lava i piatti per Dolce & Gabbana

prova a sentirti Madonna per D&G, po esse che ti viene voglia

per un numero imprevedibile di ore/giorni senza che nessuno ne riconosca la paternità. Per i piatti mattinieri, la possibilità che qualcuno dei coinquilini abbia la forza di lavarli durante la giornata è un po’ più alta. Ma in ogni caso non ci scommetterei nemmeno il Bic rubato poco fa. Probabilità di abbandono: 99% (se sei nell’altro 1% smetti di leggere).

IL PRANZO

A metà giornata vanno tutti di fretta. Molti magari non mangiano a casa, ma chi lo fa i piatti non li lava. E’ una legge probabilistica scientificamente provata da me. Chi deve uscire subito – “ragà sono solo due cose, ho mangiato nel piatto di plastica, ora scappo” – , chi lavora – “vabbè ma voi oggi pome non avete un cazzo da fare, io sono già in ritardo il capo si incazza” – , chi si spara un cannone dopo pranzo e muore sul divano – e non rilascia dichiarazioni in merito ai piatti -, chi è convinto di farli prima di cena – “lo giuro, quando faccio pausa studio a metà pome li faccio. Superfluo qui specificare che i piatti del pranzo hanno un’altissima probabilità di essere abbandonati a se stessi. Direi un 70%.

 

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LA CENA

Se hai letto fin qui, potrai evincere che se c’è un momento in cui sti cazzo di piatti vengono lavati è la sera. Effettivamente qui le probabilità di abbandono si abbassano: si ha un po’ di tempo in più, ci si è accorti che non si hanno più bicchieri puliti, le cose inziano a cadere da sole dal lavandino. Insomma, arrivati a sera i segnali che indicano la necessità di un intervento sono molteplici. E spesso il fuorisede fuoriposto recupera quel guizzo di amor proprio e li lava. Come lo fa, non sto qui a dirlo. Dato che è comune dover rilavare la padella: ancora unta dopo l’intervento del coinquilino che non conosce l’uso dello sgrassatore. Ma volendo rimanere sulla quantità, dopo il tramonto le possibilità che i piatti rimangano senza dio calano al 50%

I PIATTI SENZA DIO: LA NASCITA

E questo 50% che resta? Ecco, qui inizia la battaglia psicologica. Roba a metà tra l’Enigmista e Sherlock Holmes. Perché una volta che c’ha dormito su, il proprietario della sporcizia attaccata a quei piatti ha rimosso ogni paternità da proprio dna. Al sorgere del nuovo giorno, semplicemente non li riconosce più come propri. E qui quelle stoviglie diventano davvero senza dio. Da questo momento in poi la poca voglia di lavarli c’entra poco. Diventa quella che si definisce “questione di principio: si mette alla prova la gente con cui si vive, cercando di conoscerli nel proprio intimo (no, non dove c’è Chilly).

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il fuorisede inizia a lavare i piatti: evento, segnati la data sul calendario

LA CRESCITA

Tutti i fuorisposto continueranno a cucinare decidendo il menù in modo da non aver bisogno di quello che c’è sporco nel lavandino. Rinunceranno ad uno delle vaschette quando dovranno lavare i piatti. Si incomincerà ad indagare, chiedendosi di chi siano. Si identificherà la pietanza i cui resti sono ancora riconoscibili. Si scaverà nella memoria per provare a ricordare chi ha mangiato la pasta al tonno nelle ultime ore. I sospetti si cominceranno a concentrare su una o più persone. Ma se non si arriverà alla certezza, l’indagato continuerà a negare fino alla morte, con la stessa faccia di culo della D’Urso quando nega il botox.

LA MORTE

Tutto ciò può durare anche giorni. Ogni mattina il fuorisede fuoriposto si sveglia, inizia a fare il caffè e saluta i piatti senza dio. In quel momento il suo pensiero va al suo personale sospettato e gli augura una giornata di merda. Poi ci sono quelle volte che un lampo di dubbio gli illumina i due neuroni che si ritrova: “e se fossero i miei?!”. Dopo tre giorni passati a sospettare tutto di tutti, a credere che il proprio coinquilino fosse capace di mentirgli guardandolo negli occhi, si insinua un dubbio nella coscienza. E allora con un flashback degno di ‘the butterfly effect’ il fuorisede fuoriposto recupera ciò che aveva rimosso, ricostruisce gli ultimi pasti e, senza farsi vedere da nessuno, lava i piatti. Negherà anche di averli lavati, che equivarrebbe a riconoscerne la paternità.

Smetti di spacciarti per eroe quando lavi i piatti senza dio. Nessuno ha fede in te quando inizi con il pippone “oggi ho lavato i piatti vecchi di tutta la casa, se fosse stato per voi avrebbero fatto la muffa”. Non hai alcuna credibilità. Se hai ceduto, è solo perché erano i tuoi.

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