si porta a roma… studiare in città universitaria: top 5+1

Nelle case dei fuorisede fuoriposto, si sa, è impresa ardua studiare. Coinqulini di merda, vicini pianisti, gabbiani molesti rendono la concentrazione precaria, costringendo il volenteroso studente a trasferte in giro per la capitale. A onor del vero, va specificato che la suddetta capitale si riduce – di fatto – alla città universitaria e poco altro, come si può appurare scorrendo la top 5+1 dei migliori posti per studiare durante questa infinita #sessionestiva.

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+1. Museo dell’arte classica. In un’unica parola: ansia. Sarà vero che si sta tranquilli, che si sta moderatamente freschi e che i tavoli sono belli grandi; ma a me studiare tra teste mozzate e un’infinita serie di bianchissime statue fa troppo Eyes Wide Shut. Quindi, per personalissima preferenza è fuori top 5, ma la segnalazione era d’obbligo. E dire che i posti a sedere vanno a  ruba… quindi nota bene: andare presto.

5. Il Paratone. Scivolato in una immeritata quinta posizione a causa dell’estate che non c’è: chi immagina gli studenti universitari romani stesi sulla verdeggiante (?) erba della città universitaria è un illuso. Come in tutta Italia, questa è la prima sessione estiva senza estate. Si registra un sensibile calo del tipico rosicare estivo degli studenti e delle foto bimbominkia dei nullafacenti al mare, il tutto accompagnato da una impennata di patetici stati su facebook riguardanti la pioggia.

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4. Biblioteca Nazionale. Lontana almeno quanto l’Eur, antipatica almeno quanto un esame di diritto, la biblioteca di castro pretorio si conferma come l’unico posto serio di questa lista. Un must per chi deve scrivere la tesi: non credete loro quando vi diranno – faccendieri con poca voglia di lavorare – che dovete essere residenti a Roma per chiedere i libri in prestito, presentatevi con regolamento alla mano.OLYMPUS DIGITAL CAMERA

3. Lettere, aula occupata piano terra. Qui si fa il caffè, il tè, qualche chiacchiera e le immancabili attività più o meno culturali di un’aula occupata di lettere. Il tutto in moderato silenzio: ottima anche per chi ama esibirsi in quegli inquietanti monologhi pre esame definiti con il termine “ripetere”. Io fossi in loro mi piazzerei davanti a uno specchio e ripeterei “sono un ventriloquo fallito” fino al momento in cui ci si rende conto di essere un fallito e basta.

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2. Biblioteca Alessandrina. Ormai si va in alessandrina solo per spottare e farsi spottare, ed evidentemente va bene così. D’altronde, eliminato il pratone dalla pioggia, è uno dei pochi luoghi comuni a tutte le facoltà per allargare i propri orizzonti e le proprie gambe   . E ovviamente il/la fuorisede fuoriposto non si lascia scappare l’occasione di unire l’utile al dilettevole. Magari anche subito, magari anche nei bagni

1. Scienze Statistiche, sala riviste della biblioteca, terzo piano. Spero di non essere identificato da nessuno studente di statistica, perché rivelare questo luogo ameno semisconosciuto potrebbe costarmi cara. La peculiarità? Ebbene, oltre la biblioteca di facoltà, oltre ogni vostra aspettativa e al di là della conoscenza di quasi ogni studente della Sapienza, vi è nientepopodimenoche la sala lettura climatizzata, aperta fino alle 17.

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E mentre tutti gli altri si ritroveranno con le pagine dei libri fotocopiati incollate tra loro causa sudore della fronte, chi legge questo blog proverà la sensazione di studiare al polo nord, anche nella #sessionestivadimerda. Ora potete iniziare a venerarmi, prego.

pillola capitolina: pensiero libero in viale ippocrate

E poi passeggi su viale Ippocrate, il luogo dove e uniche cose che puoi fare sono mangiare ottimo cibo spazzatura a pochi euro e fare fotocopie. Il tutto a pieno uso e consumo del fuorisede fuoriposto.

Così accade che questi palazzotti borghesi da 8 piani – con oscena radica finta in ogni androne – devono accettare il fatto di essere a due passi dalla città universitaria: free space, piccolo angolo di mondo libero all’incrocio con via Vigevano.

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si porta a roma… le elezioni universitarie

Una grandissima caciara. Nomi strani, simboli improvvisati e slogan per lo più alla c…. di cane. Le varie sedi universitarie da un giorno all’altro si tramutano interamente in enormi bacheche piene di volantini e manifesti appiccicati alla meglio. I vialoni della città universitaria che diventano improvvisati tracciati di illecite corse di carretti elettorali precari. Vaghe conoscenze del passato che d’improvviso scopri essere le amicizie della vita.

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Tutto questo e molto di più è il rinnovo delle rappresentanze studentesche e del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari. Difficile capirci qualcosa nelle elezioni del 21 e 22 maggio. Qui non ci sono tribune elettorali in tv e nemmeno mastodontici rimborsi elettorali. E si vede.

Non che questo faccia venir meno le idee e le buone intenzioni, anzi. Però allo stesso tempo ci fa fare grandi risate sulle iniziative comunicative messe in campo dai vari schieramenti.

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Vince senz’altro il premio simbolo più trash “Nuova Sapienza”, che ha scelto un emoticon arrabbiato su sfondo verde strano. Ci sono concrete possibilità che sia stato realizzato con una benda sugli occhi e il pc acceso su photoshop. Insomma, difficile fare peggio.

A sbaragliare la concorrenza per il premio al nome creativo va senz’altro a “Per Tre – A Sinistra”. Indovinate in che università si candidano? Pensa un po’… Roma 3. L’ardita ambiguità semantica è da brivido. Comunque andranno le elezioni, rimarranno nella storia per la nota originalità dell’intellighenzia di sinistra. E c’hanno messo pure la X come Alemanno, tiè.

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“Sapienza in Movimento” invece porta a casa il “premio marchettone“. Testimonial della campagna le sopracciglia di Elio, a sostegno dei diritti degli studenti, delle studentesse e delle loro estetiste.

“Nuova Sapienza” torna a vincere i premi del trash grazie ai nomi dei candidati. Nelle sue liste troviamo Lucatelli Pierleone detto “PILO” ma soprattutto Leoni Di Pietro Francesco detto “LEONI” o “DI PIETRO”. Roba che nemmeno nelle liste elettorali dei più remoti paesucoli di montagna dell’Irpinia.

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A chiusura di questa breve carrellata di trashume, menzione d’onore a “Direzione Futuro” di Roma 3, che candida – con disinvoltura, tra l’altro – Stefano De Lorenzi detto “SteDeLor”: la grammatica generativa di Chomsky gli fa un baffo.

Detto ciò, andiamo tutti a votare. Mai come in questo periodo di tagli all’università e alla ricerca e di nuovi assetti governativi può essere determinante, soprattutto il CNSU. E le elezioni universitarie sono le meno partecipate di tutte. Quindi, se ora volete capirci qualcosa, ecco i link che (davvero) vi servono:

Si vota per il rinnovo delle rappresentanze studentesche di ogni università

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e per il CNSU (Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari)

l’atto ministeriale e i candidati per la circoscrizione di cui fa parte Roma.