si porta a roma… (non) andare in vacanza

Il vero fuorisede fuoriposto in vacanza non ci va. No, non sentirti l’unico sfigato dell’universo quando, tornato in terra natia ad agosto, rivedi gli amici del liceo che nelle prossime settimane gireranno l’Italia/l’Europa/il Mondo. Accurate ricerche statistico-demografiche (fonte: stocazzo) dimostrano che la maggior parte dei fuorisede non va in vacanza. Non sei solo.campeggi_vacanze_salento

Gli affitti alle stelle della capitale impediscono vacanze più o meno esotiche. E anche quando il lavoretto e/o la borsa di studio di turno permetterebbero una

418AJorGOsL._SY445_settimana di campeggio in Salento, è la coscienza e il senso di responsabilità del fuorisede a intervenire – ben consapevole di essere reduce da circa 11 mesi di vacanze romane. Quelli che ci vanno – dato il livello di poracciaggine di questo blog – non leggeranno mai queste righe. D’altronde vanno compianti: non potranno mai forgiarsi del titolo di fuorisede fuoriposto. tzé tzé.

Dopo aver scientificamente dimostrato tale panorama antropologico universalmente valido, è necessario dettagliare lo stato delle cose. I fuorisede fuoriposto durante il mese di agosto assumono comportamenti variabili, a seconda di due fattori: capitale economico – l’effettiva quantità di pecunia sulla postpay – e capitale poraccio – che può esser messo in rapporto di diretta proporzionalità con l’essere uno sfigato. Prima che Bourdieu mi fulmini dall’alto dei cieli, passiamo in rassegna le 4 possibilità.

  • Il responsabile. Rimane a Roma anche ad agosto e il bagno se lo fa nellaEmergenza caldo, bollino rosso a Roma fontana di Trevi, perché ha un lavoretto vero. Risulta caratterizzato da basso capitale economico – perché sennò non lavorerebbe – e alto capitale poraccio – perché Roma ad agosto è sempre Roma ad agosto. Consigli per te che ti ritrovi in tale categoria: evita il mare romano e goditi la città svuotata e a costo zero.
  • Lo sfigato totale. Va in vacanza coi genitori. Alto capitale economico – perché le vacanze alla fine se le fa – e alto capitale poraccio (con i genitori?!). ‘Non  mi sono organizzato in tempo’, ‘preferisco non spendere altri soldi’, ‘a me il mare piace sempre e comunque’ etc etc… ve le racconterà tutte, ma l’unica verità è che a questo qui andare al mare coi genitori piace. Nessuna pietà per lui.

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  • L’invidiato. Molto semplice: vive in vacanza. La sua terra natia è un paradiso turistico, nella terronia più recondita. Per lui tornare a casa dalla famiglia vuol dire andare in vacanza e bagnarsi in un mare cristallino.    Basso capitale economico ma altrettanto basso capitale poraccio: se sei di Taormina hai vinto, chapeau!
  • ryanair_01Il genio. A casa ad agosto e viaggio all’estero in autunno. Certo, ci vuole almeno un medio capitale economico. Ma se ce l’hai, questa è la soluzione per portare a zero il tuo indice di capitale poraccio e uscirne vincitore. Compri il volo adesso e a ottobre metti in stand by i corsi del primo semestre e ti fai 4-5 giorni dove ti pare: con  eno turisti, prezzi più bassi e clima mite. Falli rosicà a quegli sfigati che sono andati a Ibiza e manco hanno…

si porta a roma… (non) andare al mare

Anche se con un paio di mesi di ritardo, l’estate pare essere arrivata anche a Roma. Gli esami estivi incombono minacciosi, e così l’incontentabile fuorisede ha smesso di dire “che tempo di merda” per iniziare a lamentarsi con “maledetti tutti quelli che vanno al mare mentre io sono a casa a studiare”. Fin qui nulla di nuovo sotto al sole.

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Il vero fuorisede che si rispetti, in verità, pur lagnandosi ogni due minuti della mole di studio (what?!) e del caldo, riesce a essere fuoriposto fino in fondo: la domenica al mare ci va lo stesso, anche con l’esame lunedì. Nel migliore dei casi l’evento è annunciato più o meno così: “tanto mi porto i libri in spiaggia, e poi dobbiamo studiare tutti no? Quindi ragà se dobbiamo andare ci andiamo con la testa produttiva”.

Date queste premesse, lo squattrinato fuorisede capitolino inizia il proprio viaggio della speranza verso le ridenti coste laziali. Treni, trenini, autobus: un po’ tutto porta alle varie località balneari vicino Roma. Nei mesi precedenti all’estate  i romanideroma hanno già preparato la fragile psiche del fuorisede, il più delle volte  del sud e abituato ai mari più belli del mediterraneo.

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Perfettamente consci di avere un mare de merda – e vergognandosene intensamente – i romani “mettono le mani avanti”, rinnegando le proprie coste, figlie di un Dio minore: “no vabbè io – è solito dichiarare il pariolino in mocassini – ci vado solo a fare aperitivo al Singita, giusto per fuggire dallo smog cittadino”. Egli non sa che lo smog cittadino è preferibile al fango marino, d’altronde vive beato pur non sapendo che Fregene si scrive con una sola G.

Ciononostante, il fuorisede fuoriposto non ci sta a farsi intimorire dai pregiudizi: sto maredemerda lo vuole vedere con i suoi occhi. E così parte alla volta di Ostia, con la mente aperta a nuove esperienze. Tutto poteva aspettarsi lo studente peones, tranne ciò che gli si para davanti: una massa informe di culi, muscoli, tanga, slip bianchi, osceni shatush scoloriti; il tutto condito da ettolitri di viscido olio abbronzante e lasciato rosolare al sole per circa 8 ore su dei lettini che vanno dai 25 euro in su. Questo si che è felliniano, altro che grande bellezza.

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Nella mente del fuorisede fuoriposto riecheggiano come le urla di Cassandra gli avvertimenti degli studenti più navigati. Pugliesi, calabresi, siciliani alla loro quarta o quinta estate a Roma, che si sono rifiutati di accompagnarlo al mare: “Al limite si salva Santa Marinella… ma comunque senti a me, vatti a vedere un museo, vai a boccheggiare a villa Ada, ma risparmiati Ostia, Fregene e la Roma on the beach: è l’unico modo per continuare ad amare i Romani”.