si porta a roma… aspettare il Papa

Checché se ne dica, Roma è piena di divertimenti gratuiti. Su tutti, ce n’è uno che capita ogni morte/dimissione di Papa: l’elezione del nuovo Papa. Non che sia piacevole stare un paio d’ore a piazza San Pietro, sotto la pioggia e con tassi d’umidità incalcolabili da nessuna stazione di rilevazione meteo. Però vi confesso che ha il suo perché essere lì, dentro la storia (si, quella che poi i ragazzetti studiano sui libri alle superiori) in mezzo a migliaia di persone.

Ecco, primo punto da chiarire. Le telecamere generano strani effetti visivi: piazza san Pietro non era pienissima. Certo c’era un sacco di gente, ma dato che il totonumeri si fa ad ogni evento di piazza, va detto che i fedeli erano abbastanza radi. Cioè anche gli ultimi arrivati potevano, senza nemmeno spintonare, arrivare a una distanza decente dal balconcino. Insomma, al concertone del primo maggio piazza San Giovanni è molto più inaccessibile. Sarà stato per il tempaccio piovoso, ma che ci crediate o no, i fatti stanno così.

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Forse per lo stesso motivo, la piazza era molto molto giovane. Al di là di ogni mia aspettativa, c’erano un sacco di ragazzi, e anche gruppetti di bimbeminchia urlanti in pieno one direction style. Quello che non ti aspetti. Tanti ispanici invece te li aspetti. Sudamericani a palate, e si sapeva. Ma imbattersi negli spagnoli con la bandiera iberica in pieno mood da stadio davvero ti lascia un po’ basito. Era davvero difficile liberarsi del coro “esta es la juventud del Papa”.

Ma nonostante gli urlatori, il vero vincitore è stato il gabbiano in mondovisione. Altro che papa Francesco, il gabbiano ha davvero vinto. Fino a pochi minuti prima della fumata, un gabbiano bianco (sono quasi sicuro, non era una colomba né aveva il rametto d’ulivo) è stato appollaiato in cima al comignolo più importante del mondo, inquadrato di profilo, in camera fissa, e proiettato sui teleschermi per almeno mezz’ora. Per fortuna lui non doveva recitare preghiere in italiano… chissà se avesse saputo le parole, magari le avrebbe suggerite a Jorge Mario Bergoglio…

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E poi ti guardi intorno e capisci che l’attesa del pontefice è rivelatrice anche dell’ italian style. Fino a 5 minuti prima della fumata, in piazza era complicato acchiappare un connazionale: la maggior parte era nelle strade intorno, chiusi in auto parcheggiate in quinta fila. Sotto la pioggia tutti i turisti, i tedeschi duri e puri insieme ai latinos sempre sorridenti, pure con quel freddo. Gli italiani sempre super comodi e dal parcheggio criminale facile, anche al cospetto dello spirito santo.

Chi è venuto in metro almeno è stato omaggiato dal “premio fedeltà atac“. No, non mi riferisco a qualche tessera coi bollini del latte. Piuttosto i fedeli temerari che si sono buttati nel macello della metro sono stati premiati per l’alto tasso di fedeltà al contempo verso l’atac e verso la chiesa. Nessun biglietto al ritorno: tornelli tutti disattivati alla fermata Ottaviano, decine di omini atac per la sicurezza ma nessuno a controllarci i biglietti. Non metterei la mano sul fuoco rispetto all’aver aperto le acque, ma di sicuro qualcuno lassù apre i tornelli della metro di Roma.