pillola capitolina: pioggia in metro A… e giustizia fu!

Certo è che la capitale non poteva riaccogliere i fuorisede peggio di così. Dopo le settimane passate nelle paradisiache e soleggiate località natie, nubifragi in capitale a minacciare disco all’aperto, arene del cinema e… la metro.

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storica immagine d’archivio, giusto per rendere l’idea. le pozzanghere della b sono di minore entità

Però per giorni ti chiedi perché faccia notizia la pioggia in metro. Da sempre, ogni volta che una nuvola sfiora il raccordo anulare alle fermate di Colosseo, Termini, Cavour si creano delle scivolosissime pozzanghere. E la linea B – quella sfigata lenta e puzzosa, ma super colorata dai writer – chiude più o meno a lungo.

La novità è che finalmente piove anche nella linea A – quella nuova veloce e climatizzata. Roma è ogni giorno più democratica, vero?

@disinfoATAC  e @Atacdimerda sono i due account da seguire e mettere a confronto con l’ufficiale @infoatac per farsi due risate.

si porta a roma… evitare il nodo termini

La capitale d’Italia è nota per una malattia infettiva che si contrae solo sul territorio capitolino. Sintomi: in una prima fase, mal di testa e senso di perdita dei riferimenti spazio temporali; il secondo stadio è caratterizzato da uno stato confusionale acuto e un forte mal di testa. Il terzo stadio della malattia è subito riconoscibile: il soggetto entra in una crisi isterica permanente, contraddistinta da strepiti, sudore freddo e bava alla bocca da cane rabbioso.

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Sto parlando della PANOTE, ovvero la PAtologia da NOdo roma TErmini, e cioè quell’inevitabile malattia che contrae chiunque abbia l’ardire di prendere la metro a Termini, punto di intercambio tra la linea A e la B, nonché stazione centrale della città.

Le cause? Un intricato dedalo di cunicoli, ascensori, scale mobili e corridoi, accessi vietati senza senso che – con l’ausilio di ridicole frecce a goccia – goffamente cercano di collegare i tre suddetti mezzi di trasporto, in un mix esplosivo condito da decine di inutili negozi in cui mai nessun abitante della capitale ha messo piede.

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Il tempo stimato per fare cambio da una linea della metro all’altra è di circa 11 minuti. Un lasso temporale in cui la Maria di Paolo Coelho si guadagnava da vivere. Undici minuti costellati da difficoltà di ogni tipo: ascensori fuori uso, scale mobili idem, ma soprattutto poveri turisti stranieri in fase acuta di PANOTE che non sanno dove cazzo andare e cercano – con gesti, gestacci e urla – di avere informazioni dai pendolari intenti nel battere il proprio personale record di “tempo di percorrenza nodo termini”, sentendosi molto Usain Bolt.

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Perché se per gli abitanti di Roma è una quotidiana sfida con se stessi e contro il tempo, per gli improvvidi visitatori trovare il filo della matassa chiamata Nodo Termini è un’impresa utopica. Si narra che nei meandri della metro B si aggirino ancora gli spiriti di cinque turisti giapponesi scomparsi nel 2006 e mai più ritrovati. In alcuni corridoi si sentono ancora le preghiere di tre monache cilene: mesi fa provarono a raggiungere San Pietro per salutare il ‘papa novo’. Sono ancora bloccate in ascensore.

Ovviamente a questo stato di cose il fuorisede fuoriposto – già strutturalmente restio a prendere la metro perché unico mezzo di trasporto per il quale è costretto a timbrare il biglietto – risponde con la solita creatività che lo contraddistingue. Autobus improbabili, cambi con tram immaginati, chilometri a piedi: tutto pur di non farsi infettare dalla temuta PANOTE, dopo la quale non riesci più a fare a meno della metro e

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del nodo termini e sei costretto a fare l’abbonamento dei mezzi, sommo oltraggio per ogni fuorisede che si rispetti.

E dire che solo il 17 aprile scorso il nodo termini è stato re-inaugurato, a poche settimane dalle elezioni comunali e dopo 3 anni di lavori e 63 milioni di euro. Ad oggi continuano a essere in fase di collaudo alcune ascensori e il nuovo look in stile Star Trek a già fatto rivoltare nella tomba Michelangelo, Bernini e Borromini. La credibilità di tale intervento di restyling  può essere valutata ricordando che contestualmente fu annunciata l’apertura del primo tratto di linea metro C entro giugno. Questo post è datato 1 luglio 2013.