si porta a roma… i saldi poracci

Per il vero fuorisede fuoriposto i saldi non sono ancora iniziati. Disgusto e indignazione appaiono sul suo volto quando legge di sconti del 20 e del 30 %. I saldi sono quelli dal 50% in su. E’ evidente che le svendite del fuorisede fuoriposto iniziano la settimana prossima se non l’altra ancora.

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per ogni partecipante al seminaked party desigual, un libro di Calvino prende fuoco

 Ha ignorato il seminaked party alla Desigual di via del corso perché si vergogna della sua panza e sa bene che a Roma i saldi termineranno il 15 febbraio. Quindi conta di farci anche il regalo di san valentino a quella sfigata con cui è solito accompagnarsi. Ma c’è modo e modo di girar per saldi. O meglio, almeno tre modi.

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lo spacchettamento inaugurale dell’H&M di via del corso: stracci ben confezionati

 IL CENTRO. Il fuorisede fuoriposto si presenta in centro giusto 3 o 4 volte l’anno. Un paio di queste sono per i saldi. Si mette il cappottino, il foulard e le finte Clarks e parte alla volta di piazza del Popolo. Qui ha il primo grande bivio davanti a sé. Fare via del Babuino provando a mescolarsi ai ricchi senza riuscirsi oppure buttarsi nella caciara di via del Corso e comprare le pezze di piazza italia. Anche se comprerà solo H&M e Alcott potrà sempre dire in giro di aver fatto shopping in centro. Al massimo di concederà il lusso del finto cashmere a 25 euro delle bancarelle bangla. E tornerà nella sua amata stanza doppia di san lorenzo pieno di nuovi coloratissimi stracci che profumano di centro storico e che reggeranno al massimo 4 lavaggi in lavatrice.

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il labirinto alienante di Porta di Roma: stracci superorganizzati

IL CENTRO COMMERCIALE. I più coraggiosi fanno finta di avere l’auto e quindi credono di disporre dell’intera capitale. Confidano nell’Atac e quindi contemplano i vari Porta di Roma e Euroma2 tra le possibili location di shopping selvaggio. Pieni di energie partono in direzione centro commerciale, dopo circa un’ora di viaggio della speranza iniziano a vagare per i millemila metri quadri di negozi. Il loro coraggio scema sempre più quando si rendono conto che le uniche vetrine accessibili sono sempre le stesse. Cioè Alcott, piazza italia e H&M: gli stessi di prima, che poteva avere a 15 minuti di autobus. Comprerà alcuni stracci coloratissimi che profumano di capitalismo e alienazione. Anch’essi reggeranno 4 lavaggi.

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mercato vintage al pigneto, ultima domenica del mese: stracci di quartiere

IL QUARTIERE. Poi ci sono i duri e puri. Quelli che non si schiodano dal pigneto manco per i saldi. Che rimangono aggrappati ai negozietti pseudo vintage di san lorenzo. A loro non frega nulla che è per il quarto anno di seguito che in quella vetrina c’è la stessa borsa zebrata “che fa tanto punk”. Li vedrai a zonzo tra le stesse quattro strade dove mangiano, vivono, studiano (?), si riproducono e forse moriranno. Lì e solo lì cercano i capi con cui agghindare il proprio corpo, prediligendo lana cotta (esisterà la lana cruda?), maglieria dai toni pastello e borse di cuoio. Anche in questo caso il bottino sono degli stracci coloratissimi, che profumano di centro sociale e piscio di cane. La lana cotta resiste a qualsiasi trattamento: plus durata lavatrice, 8 lavaggi.

Di quartiere, capitalisti o centrali, rimangono sempre e solo irresistibili e coloratissimi stracci da fuorisede fuoriposto.

si porta a roma… lo street food poraccio: top 5

Il fuorisede fuoriposto è solito mangiare a casa. Poi magari esce e beve due mesi d’affitto, ma sul nutrimento risparmia come manco zio Paperone. Ciò non toglie che ogni tanto lo spuntino fuori casa ci sta. E allora ecco la TOP5 dello street food poraccio capitolino. Tassativamente sotto i 5 euro, cioè il budget che di solito rimane in tasca alla mia amica Jessica di ritorno dalla disco – se tutto va bene.

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gli zozzoni: a porta maggiore è un’istituzione della notte poraccia capitolina

5: LO ZOZZONE, Porta Maggiore. Non è sul podio solo perché le condizioni igienico sanitarie lasciano perplessi. Ma si sa, la sporcizia insaporisce. E allora i paninazzi dello zozzone a porta maggiore restano un’istituzione notturna. Il suo camion in pieno romanaccio style è una delle poche certezze della vita per Jessica. Costo: vario, rapporto qualità-quantità/prezzo imbattibile.

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arancine di Mizzica: Jessica le ingurgita in un boccone solo

4: BISTROT 35, Testaccio, via Monte di Testaccio 35. Qui panino con la porchetta obbligatorio. Piccolo, accogliente e soprattutto economico. Perfetto per il post nottata ai locali supertrash della zona. Jessica lo ama per il pre, con le birre artigianali a prezzi onesti, per iniziare a carburare prima di gettarsi in pasto ai latinos del Coyote. Costo: panino porchetta 3,50.

PODIO DEL GRASSO

3: MIZZICA, piazza Bologna. Le arancine – che nascono donna, sia ben chiaro – qui sono un’istituzione. Jessica a tal proposito ha una posizione polemica: dall’alto del suo palato gourmet sostiene che le arancine di ‘mpare (via Catania, sempre in zona) siano meglio. Approfondite indagini hanno appurato che i due sono fratelli e se li fanno arrivare surgelati dagli stessi fornitori siciliani. Sono identici: realtà 1 – Jessica 0. Costo: arancina 2,20.

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la pizza romana con la mortazza: tappa fidata delle 2 di notte

2: KALAPA’, Pigneto. La patata ripiena Kumpir ha il suo perché, ma non riempie lo stomaco di Jessica, tendente all’infinito. La pita è sicuramente più street. E poi qui l’acqua è gratis. Unico appunto: gli sgabelli non reggono il culone di Jessica. Misura il tuo, sennò fatti fare tutto da portare e mangia accasciato sul marciapiede di fronte. Non credergli quando si dichiara ristorante: è fast food 100%. Costo: pita 3,50, patata 4,50.

1: RENATO, san Lorenzo. La pizza con la mortadella è il classico della notte studentesca a base di Peroni e Tennet’s. Unta, bisunta e straunta, disponibile solo da mezzanotte in poi. A Renato si perdona pure il delitto di pesare la pizza alla pala. Jessica è solita comprarne enormi quantità e poi arenarsi nel mezzo della piazzetta triangolare, riversando i suoi rotoli al suolo. Una rivelazione: il vero nome della piazzetta è largo degli Osci. Jessica quando l’ha scoperto – dopo 5 anni di vita a Roma – è rimasta muta per due giorni. Costo: a peso, WARNING!

si porta a roma… andare in bicicletta

Se sei un fuorisede fuoriposto che si rispetti, sono quasi sicuro che il tuo mondo è limitato a San Lorenzo, il Pigneto e la città universitaria; con sporadiche incursioni a Ostiense e qualche in giro in centro con gli amici terroni che sono venuti in visita. E ho anche la presunzione di supporre che non hai alcuna voglia di pagare l’abbonamento ai mezzi pubblici né di beccarti qualche multa.

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ciclonauti.org, ciclofficina centrale a Roma

Per di più la Peroni ha reso la tua pancia piatta un lontano ricordo d’infanzia ma ti senti stupido quando vai a correre a villa Torlonia, girando in tondo come un criceto. La soluzione a tutti i tuoi problemi è una bicicletta: sana, ipocalorica ed economica. E in più è una buona scusa per rimanere a casa quando piove. Chissenefrega se le piste ciclabili a Roma non esistono e il bike sharing è una buffonata. Tanto le strade sono larghe… e poi una volta si deve morì, no?

Cerchiamo di capire come procurarsela. Se nella tua testa sta passando l’idea di rubarla per strada, allontana quanto prima questa idea oscura: è per quelli come te che nessuno si azzarda a spendere più di 30 euro e andiamo in giro con bici oscene.

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graziella: per l’uomo che non deve chiedere mai

Non ti azzardare nemmeno a viaggiare fino al Decathlon di Porta di Roma: ti sto per dimostrare che non è necessario. Sparse per Roma (a Monti, a San Lorenzo, sulla Prenestina) ci sono le ciclofficine, dove degli appassionati di biciclette ti danno una mano. In molte di esse funziona così: ci sono dei pezzi, scegli quelli che ti piacciono, componi la tua bici e loro la montano se non sai farlo tu. Te ne esci con un 50 euro e un lavoro fatto bene.

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breaking news: la buon costume vieta la mountain bike in città

Poi ci sono mercati e mercatini, dal classico Porta Portese al franchising Mercatino che è un po’ ovunque, oppure si può cercare una bici usata sui vari subito.it o ebay.it, magari cercando stesso in città per la consegna a mano. Si narra che sul gruppo fb “Te lo regalo se vieni a prenderlo – Lazio” siano state avvistate anche bici decenti: tentar non nuoce, al limite ci si trova una lampada o un set di figurine. Altra possibilità è farsela regalare da qualche Erasmus. Cerca sui gruppi fb: i nordeuropei arrivano a Roma e ne comprano una, poi quando tornano in patria – se non sono proprio gelidi – invece di venderla la regalano.

In tutto ciò si è diffusa anche l’usanza di vendere biciclette usate (rubate?) lasciandole per strada con un numero appiccicato sopra. Io ne ho avvistate due a piazza Fiume e due su viale delle provincie solo negli ultimi tre mesi. Prezzi tra i 30 e i 50. Baratto 3.0 insomma.

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Per il modello, mi permetto di fare solo un appunto: la mountain bike ce l’avevi a 15 anni, negli anni ’90. Cercati una graziella, magari col cestino avanti come la Pimpa. Non sembrerai frocio, ma solo irresistibilmente radical chic. Che poi è la stessa cosa, ma tant’è.

Comprata la bici resta il problema di dove metterla. Se hai un cortile interno sei apposto, sennò bisogna caricarsela su ogni volta. Se non ne hai voglia lasciala in strada, legata a un palo della luce con una catena. Se è davvero una lurida bici da fuorisede nessuno si azzarderà a rubarla. La mia coinquilina ce l’ha così fuori casa da un anno, fai un po’ te… l’unica premura sarebbe farsi saldare il sellino. Una volta trovata la posizione ideale, fissalo in una ciclofficina, sennò se lo fregano. È la crisi, bellezza.

si porta a roma… trovare casa (coi soldi: parte 2)

Intento ad organizzare il ferragosto nel paesello terrone? Ebbene, se in autunno devi venire a vivere a Roma dedicati a cercare casa se non vuoi occupare villini abbandonati né andare a vivere a Ponte di Nona – fattela raccontare da quelli che hanno avuto l’alloggio assegnato alla residenza lì.

Seconda parte della miniguida semiseria per orientarsi nella città più grande d’Italia. Per continuare a leggere devi essere così scemo – come me, d’altronde – da voler spendere almeno 400-450 al mese per avere un tetto. Se hai raziocinio e non accetti di dover pagare 529 dollari per avere un armadio più anziano di tua nonna, go to parte 1.

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pz bologna, per una volta senza oche

Piazza Bologna è decisamente di moda. Metro b, ben servita, villa Torlonia a due passi, in città universitaria a piedi. Perfetta quindi. Peccato che sia insopportabile da ogni punto di vista. Architettura neorazionalista, palazzoni da 9 piani in stile alveare, viali dritti che per attraversarli ci vogliono 5 minuti netti. La piazza è sostanzialmente una rotonda con al centro delle panchine: di giorno troverai anziani della media borghesia – tanti, tantissimi -, di notte una miriade di studenti fuorisede. Ma non farti ingannare: per lo più sono ragazzine che non vivono con coinquilini maschi sennò le violentano, non escono sole la sera sennò le violentano, non bevono se vanno a ballare sennò le violentano. Insomma, pensano dalla mattina alla sera a farsi violentare. Se proprio vuoi vivere qui, una raccomandazione: un numero civico sbagliato e sei alla stazione Tiburtina, in questo caso tira sul prezzo.

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la terrificante tangenziale di scalo

San Lorenzo è un classico che reinventa luoghi e spazi, a volte riuscendoci discretamente. Prima quartiere operaio, poi quartiere di studenti per eccellenza, ma anche di migranti venditori di fumo e punk della vecchia guardia. Molti palazzi senza ascensore, ma con adorabili cortiletti interni, in cui i bambini giocano ancora. Non credere a chi dice che le due linee di metro sono a 5 minuti: Termini è incredibilmente lontana. Se trovi casa nella parte alta del quartiere – quella a nord di via Tiburtina, verso castro pretorio – hai un minimo di tranquillità notturna, sennò compra i tappetti. Attento con l’indirizzo ‘Scalo san lorenzo’: potresti avere la finestra con vista tangenziale. Non credete a chi vi dirà che ci si abitua.

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pigneto, isola pedonale

Il Pigneto è il san lorenzo dei trentenni. Oddio non è che si capisca bene cosa sia dopo la massiccia gentrification se non un triangolino tra porta maggiore, prenestina e casilina, reso molto radical e molto chic da alcuni vip che ci sono andati a vivere e dal circolo degli artisti. In attesa che vi aprano la metro c (se lallero…), la zona ha già perso l’appeal di 4-5 anni fa, rimanendo vivibile con il sole e con la luna. Molto quartiere, poco città. Un plus alla zona dei villini. Attention please: il pigneto vero è l’area pedonale e poco più, quindi  finisce con via Gattamelata, non a Centocelle. Ditelo ai proprietari di casa.

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tipico paesaggio tuscolano, #sapevatelo

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sullo sfondo, san giovanni… quando ancora passava il tram

Tuscolana primo tratto. E’ la zona con il più alto tasso di densità abitativa di Roma. Case su case, colate di cemento lungo la metro a: ben servite e tranquille. Talmente tranquille da essere alienanti. Tutto così tranquillo da farti pagare una stanza a 7-8 km dal centro quanto una stanza in centro.

San Giovanni, Re di Roma. Si va a piedi al pigneto e a san lorenzo, senza gli adorabili bangla tra i piedi. A pochi passi dalla scala santa si sta tranquilli ma si esce anche di notte, con metro e bus a profusione. Qui se la casa non cade a pezzi, però, ci possono volere anche 5 piotte – che convertite in euro sono 500.

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Blu ha colorato l’ex caserma di via del Porto Fluviale, ostiense

Ostiense, Garbatella. Da piramide in giù è una zona in divenire. Resa cara da Roma 3, qui ti può capitare di beccare Ozpetek al bar, di avere i vicini di casa che vivono in un loft alla newyorkese, di cenare in un pub che prima era un capannone industriale e di svegliarti con la parete del palazzo dipinta da un writer anonimo e coloratissimo. Qui puoi ballare nelle migliori disco della città e poi guardare l’alba dall’aventinoimages (2)

Testaccio è Roma sud all’ennesima potenza. Dall’ ex quartiere operaio, vai a piedi a piramide, a trastevere e a porta portese, ma stai più tranquillo, in mezzo alla romanità più sopportabile. Nei palazzacci slavati e decadenti, sei a due passi dall’ex mattatoio – metà museo e metà area lounge – dal carissimo mercato dove non comprerai mai nulla e dai locali più trucidi della capitale – Coyote & Co. – dove puoi sentirti come nel ‘peggior bar di Caracas’. Studentelli non pervenuti: irresistibile.

si porta a roma… animali domestici improbabili

Come è noto, la convivenza tra fuorisede fuoriposto è spesso problematica. Più volte siamo tornati sulle difficoltà dovute alla collisione degli spazi vitali tra coinquilini. Ciononostante, esistono persone che includono nell’ambito del possibile il permettere a un animale non umano la convivenza con tutto il resto della combriccola.

Il più delle volte, credendosi in preda ad un guizzo d’astuzia, suddette persone non dichiarano negli annunci per affittare casa la presenza di tali esseri più o meno adorabili. E allora è un attimo che ti ritrovi al Pigneto entusiasta della stanza, fin quando non ti si para davanti un pitbul grasso e bavoso, in preda a crisi d’isteria dato che la casa non ha balconi dove far dare sfogo ai suoi istinti canini.

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E magari si trattasse sempre di cani e gatti! Ci sono amorevoli fuorisede fuoriposto che sono convinti di poter ricreare l’ecosistema della foresta amazzonica in un decadente appartamento di San Lorenzo. Se è vero il tasso d’umidità è più o meno lo stesso dei tropici, non sono gli stessi gli spazi, già precari e sporchi di per sé. Aggiungere animali veri al già alto tasso di animalità dei fuorisede fuoriposto può portare a risultati tragicomici.

E così ci vuole un attimo a ritrovarsi per casa un pappagallino super colorato che se tutto va bene cinguetta, nel peggiore dei casi strepita. La cagata d’uccello nella doccia appena tirata a lucido – dopo giorni di sporcizia e turni pulizia non rispettati – non ha prezzo, assicuro. Villa Torlonia richiede a gran voce che i suoi pappagallini ritornino tra le verdeggianti piante.

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Poi c’è chi non ha ancora realizzato di vivere al settimo piano di un alienante palazzone della tiburtina peggiore, e crede di poter allevare esotici rettili. Certifico che il coinquilino con l’iguana è la cosa peggiore che vi possa capitare: svegliarsi la mattina e credere di essere sul set di jurassic park non ha prezzo. E non crediate che optare per delle tenerissime tartarughine: se il fuorisede tratta i teneri anfibi come cura se stesso, il tanfo di tartaruga impiegherà al massimo 5 giorni per infestare l’intero quartiere.

Passando ai roditori non si ottengono significativi passi in avanti verso la civiltà. E’ notorio che spesso la tenerezza dell’animaletto è in rapporto di diretta proporzionalità con la sua puzza. Nell’immaginario collettivo dei fuorisede fuoriposto sono ancora note le gesta eroiche di Lenticchia, irresistibile criceto residente a Giulio Agricola venuto a mancare per essere affogato nel suo stesso lerciume. Un aneddoto per spiegare il tutto: la ruota su cui i primi tempi correva gioioso si era bloccata dopo poche settimane a causa del caos di paglia, escrementi e cibo che regnava nella sua minuta dimora di ferro.

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Non sto qui a narrarvi le esperienze di ermellini e conigili (vedi criceto al quadrato), acquari, serpenti (vedi iguana): è un attimo e si degenera nell’horror splatter. In chiusura, un suggerimento: prima di accogliere nelle sgangherate case di studenti un povero animaletto incosciente, fai   il test del basilico. Consiste nel comprare una piantina di basilico al supermercato e verificare in quanto tempo muore. Se dopo due settimane la piantina è già un lontano ricordo, ritorna ad occuparti di te stesso: riuscirci già sarebbe  un risultato degno di nota.