si porta a roma… il congelatore immaginario

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mi addolora dirtelo, ma nel tuo freezer non c’è Narnia

Quando cerchi una casa da fuorisede fuorisposto, subito dopo il bagno ti mostrano la cucina (tassativamente semiabitabile) e tu intravedi un frigorifero. Di solito almeno un quarto di questo rettangolo bianco è un congelatore, ovvero dove pensi che potrai custodire la miriade di piatti pronti che mammà sta già preparando. Dai contorni di verdure alle lasagne, dall’arrosto alla pasta al forno. La tua immaginazione, sprezzante di ogni dato di fatto, credi che lo sportello del congelatore sia l’ingresso di Narnia.

SOGNI INFRANTI

Ma il sogno, come molte cose belle, finisce presto. Ti sei fatto due conti: siete quattro in casa, quindi almeno un quarto di questo rettangolo sarà occupato da cibi miei. Ma il primo contatto con la realtà non tarda ad arrivare: apri il freezer e ti cadono due gelati sui piedi. Erano in un equilibrio precario degno dei performer del Cirque du Soleil . Ingrato. E così ti ritrovi da solo, in una cucina zozza, con in mano il contenitore ricolmo di cotolette di mamma da congelare e zero spazio in freezer.

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come pensi che sia

FANTASMI DAL PASSATO

Il primo istinto è di buttar via tutto. Fare il vago il giorno dopo sperando che i coinquilini abbiano congelato il tutto con la mente annebbiata dall’erba. Poi pensi ai bambini in Africa e a tua nonna che durante la guerra sotterrava il pane, e così decidi di provare a fare una selezione.

Intravedi carni accartocciate, con aspetti improbabili. Su alcuni sacchetti ci sono scritti nomi di proprietari sconosciuti. Ti interroghi su come si chiamino i tuoi coinquilini, e prendi atto che in quel freezer c’è un’eredità dimenticata. Aleggia in quell’angolino ghiacciato della cucina l’inquietante ombra di vecchi abitanti del passato, magari proprio della stessa matta che ha tinteggiato di rosa e viola le pareti di camera tua. E’ tornata a colpire, sfidando il tempo e lo spazio, e occupando il tuo posticino nel freezer.

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come è realmente

LA RIUNIONE

La soluzione ragionevole è aspettare. Per ora mettere le cotolette in frigo, e il giorno dopo convocare una riunione con i coinquilini e fare un inventario del freezer. Preparati: sarà un momento da ricordare. “Ragazzi ma è un peccato buttare le cose dei vecchi coinquilini, piano piano le mangiamo noi”. E allora domandi dove mettere le cose che hai da congelare. Ora, subito. “Vabbè mo scongeliamo una cosa per uno e facciamo spazio”. Iniziano gli scavi. Il primo dato rilevato è l’enorme quantità di ghiaccio. E’ una precisa volontà quella di non sbrinarlo; così quando non pagherete la bolletta e vi staccheranno la luce, avrete modo di trovare il lato positivo della situazione: almeno c’ha fatto spazio in freezer.

L’IDENTIFICAZIONE DEI DISPERSI

Gli scavi proseguono, spuntano intere torte yogurt dimenticate da Dio, pezzi di pane cafone provenienti da chissà quale brullo altopiano pugliese, contenitori senza identità, così antichi e opachi dal non permettere l’identificazione. E qui scatta la rivendicazione selvaggia. Tutti, senza manco saperne il contenuto, sono convinti che sia il proprio. Ognuno racconta la nitida scena in cui la madre riponeva i cannelloni proprio lì dentro. Non c’è dubbio. Se lo scontro prende una piega pacifica, si aspetta lo scongelamento e si lascia che la verità emerga da sola. Se invece la discussione di accende troppo, cambia casa: stai a vivere coi matti.

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il pozzetto: quella che credi sia la soluzione suprema

L’IDEONA

Il risultato della riunione/inventario di solito consiste nell’ottenere circa un decimo dello spazio a cui ambivi e la promessa che piano piano se ne libererà altro. Ma passano i giorni e ad ogni spesa i coinquilini rincasano con cibi surgelati da ficcare lì dentro. E allora spunta l’IDEONA, che proponi la sera, dopo un paio di birre doppio malto che hanno reso gli interlocutori mansueti: “compriamo un congelatore a pozzetto da mettere nello sgabuzzino”. Occhi sbarrati. Sguardi attoniti. Smorfie di disgusto. I tuoi interlocutori non riescono a proferir parola. Sono sconvolti da tanta audacia. In quattro secondi quattro si boccia l’ideona di cui andavi tanto fiero: il congelatore consuma corrente, la bolletta è già cara.

Ci vorrebbe un libro sulla gestione dei consumi elettrici in casa, io posso timidamente promettere un prossimo post al riguardo. Anticipo una riflessione, da ignorante in materia. Ma quanto cazzo può consumare? dieci euro in più al mese? Che in quattro sono 2,50 euro? che se trovi la carne in offerta ne compri i quintali, la congeli e li risparmi 4 volte?

LA SCELTA SALUTISTA

Ebbene, alla fine ti rassegni a non avere un congelatore. La tendenza umana alla felicità ti porta a costruirti delle nuove convinzioni. Congelare i cibi fa perdere tutte le proprietà nutritive. Scongelare col microonde fa malissimo. Il pane fresco è tutta n’altra cosa. Insomma, ti convinci di poter vivere anche senza freezer. D’altronde, se sei riuscito a credere che sia normale vivere con un pappagallo che scagazza in giro, vuol dire che puoi credere davvero tutto, anche che Ruby sia la nipote di Mubarak. #dontstopbelievin #credici