si porta a roma… la guardia medica turistica

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eccola, è lei: la merla portafreddo

Ebbene si, i fuorisede fuoriposto non sono immortali. Mo’ ci son pure sti giorni della merla superfreddi (ma poi, sta moglie del merlo da noi che vorrà mai?!). Anzi, seppur tendenzialmente giovani siam soliti convivere con scaldabagni che scaldano poco e termosifoni poco termici, oltre alle intemperie e a dosi d’alcol poco gradite al sistema immunitario. “Di notte leoni e di giorno coglioni” mi è solito dire il coinquilino di merda che mi ritrovo.

S.O.S. MALATTIE VENEREE

E’ quindi probabile che ogni tanto, nelle tue follie capitoline, ti possa ritrovare ad aver bisogno di un medico. Dopo una sbronza, per l’ennesima malattia venerea, per farti prescrivere gli antibiotici che il farmacista non vuole darti sottobanco. Ovviamente non hai la residenza a Roma – se ce l’hai non sei né fuorisede, né fuoriposto, quindi stai alla larga da sto blog. Il tuo medico di famiglia è dove sta la tua famiglia, quindi lontano, appunto.

No, non sei destinato a morire per un’influenza. Siamo nel 2014 e Roma è una delle capitali del G8. Il capitalismo occidentale di salverà. O meglio, il sistema sanitario nazionale. Evita di chiamare altri disperati come te alla ricerca degli antibiotici scaduti nel 2006. Certo, puoi farti portare al pronto soccorso, ma se non sei in fin di vita rischi di doverci rimettere anche dei soldi. E poi ti auguro che la cosa non sia così grave e tu possa avere la forza di camminare sulle tue gambe fino a Trastevere.

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voci di corridoio fanno sapere che la dottoressa della guardia medica turistica di Trastevere non ha per niente ispirato questo giocoso fumetto

TRASTEVERE E LA GUARDIA MEDICA TURISTICA

Qui – ovvero in via Emilio Morosini 30, una traversa di viale Trastevere, all’interno dell’ospedale Regina Margherita – c’è la luce verso la salute: la guardia medica turistica. Aperta dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 20: è gratuita  e con medici disposti a firmare prescrizioni mediche senza manco chiederti come ti chiami. Oddio, un documento serve pure, ma null’altro. La dottoressa un po’ pienotta che ti si paleserà davanti sostituisce in tutto e per tutto il medico di famiglia che hai ancora assegnato al tuo paesello d’origine.

Se sul pisello t’è spuntato un bubbone rosso, se hai un herpes più grande del tuo occhio, se la febbre è salita oltre i 38… non ci vuole mammà per dirti di farti vedere da un medico. E allora prendi il tram 8, fatti vedere e  ti diranno loro dove farti curare. Ah, mi sa che c’è da pagare il ticket.

si porta a roma… roommates, il tripadvisor dei coinquilini

Proprio da Roma potrebbe arrivare il TripAdvisor per coinquilini. Un’app per il cellulare che vuole rendere più semplice e affidabile cercare un coinquilino. La sicurezza di non beccare il coinquilino di merda nessuno potrà mai dartela. Ma magari potremmo provare a ridurre le possibilità di trovarsi con capelli e peli della barba abbandonati in bagno o i piatti senza Dio nella cucina semiabitabile.

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roommates: il tuo coinquilino ti recensirà

Il social ideato da Fabio, Luca e Louis potrebbe dare una mano. I tre hanno lanciato una campagna di crowdfunding su Indiegogo per raggiungere i 30.000 euro di cui hanno bisogno. Il termine ultimo è tra poco più di due settimane, ma sono fermi a 132 euro. Poca roba. Speriamo in uno sprint finale.

Se il progetto diventerà realtà, ogni utente avrà una “Roommate-Gamer-Card“. Una carta d’identità dell coinquilino, una sorta di bacheca dove ognuno è raccontato per ciò che è nelle 4 mura della casa condivisa. L’app dovrebbe funzionare un po’ come un gioco a punti: guadagni punti quando condividi una tua caratteristica e ti vengono “convalidati” solo quando i tuoi coinquilini avranno certificato la veridicità di quel che dichiari. Si tratta di “recensire” ogni giorno il proprio coinquilino.

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il coinquilino di merda è fermo a zero punti.. si spera..

Niente imbrogli allora: se dichiari che passi da una casa all’altra con un pappagallo starnazzante e sempre pronto a scagazzare ovunque, non riuscirai a far credere di essere accompagnato da due inseparabili coloratissimi. Se quando vai a vedere la stanza fai la timidona verginella, ti sgameranno con un rapido movimento di polpastrelli su touchscreen: ti stai trasferendo al Pigneto non perché sei radical chic, ma piuttosto radical zoccola e ti sei già ripassata tutta San Lorenzo.

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le bambine di Shining: scatta il ricatto ed è un attimo che te le ritrovi nella doppia affianco alla tua

Non voglio sapere i giochi di ricatti e controricatti che si innescheranno. “Se scrivi su roommates che scoreggio ogni tre parole che dico non ti approvo che lavi i piatti”. “Se mi fai passare per zozzona che non rispetta i turni delle pulizie creo un profilo fake e come prossime coinquiline in doppia ti metto le bambine di Shining”. Sarebbero dialoghi poco piacevoli tra coinquilini che si vogliono così tanto bene  …

si porta a roma… i saldi poracci

Per il vero fuorisede fuoriposto i saldi non sono ancora iniziati. Disgusto e indignazione appaiono sul suo volto quando legge di sconti del 20 e del 30 %. I saldi sono quelli dal 50% in su. E’ evidente che le svendite del fuorisede fuoriposto iniziano la settimana prossima se non l’altra ancora.

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per ogni partecipante al seminaked party desigual, un libro di Calvino prende fuoco

 Ha ignorato il seminaked party alla Desigual di via del corso perché si vergogna della sua panza e sa bene che a Roma i saldi termineranno il 15 febbraio. Quindi conta di farci anche il regalo di san valentino a quella sfigata con cui è solito accompagnarsi. Ma c’è modo e modo di girar per saldi. O meglio, almeno tre modi.

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lo spacchettamento inaugurale dell’H&M di via del corso: stracci ben confezionati

 IL CENTRO. Il fuorisede fuoriposto si presenta in centro giusto 3 o 4 volte l’anno. Un paio di queste sono per i saldi. Si mette il cappottino, il foulard e le finte Clarks e parte alla volta di piazza del Popolo. Qui ha il primo grande bivio davanti a sé. Fare via del Babuino provando a mescolarsi ai ricchi senza riuscirsi oppure buttarsi nella caciara di via del Corso e comprare le pezze di piazza italia. Anche se comprerà solo H&M e Alcott potrà sempre dire in giro di aver fatto shopping in centro. Al massimo di concederà il lusso del finto cashmere a 25 euro delle bancarelle bangla. E tornerà nella sua amata stanza doppia di san lorenzo pieno di nuovi coloratissimi stracci che profumano di centro storico e che reggeranno al massimo 4 lavaggi in lavatrice.

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il labirinto alienante di Porta di Roma: stracci superorganizzati

IL CENTRO COMMERCIALE. I più coraggiosi fanno finta di avere l’auto e quindi credono di disporre dell’intera capitale. Confidano nell’Atac e quindi contemplano i vari Porta di Roma e Euroma2 tra le possibili location di shopping selvaggio. Pieni di energie partono in direzione centro commerciale, dopo circa un’ora di viaggio della speranza iniziano a vagare per i millemila metri quadri di negozi. Il loro coraggio scema sempre più quando si rendono conto che le uniche vetrine accessibili sono sempre le stesse. Cioè Alcott, piazza italia e H&M: gli stessi di prima, che poteva avere a 15 minuti di autobus. Comprerà alcuni stracci coloratissimi che profumano di capitalismo e alienazione. Anch’essi reggeranno 4 lavaggi.

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mercato vintage al pigneto, ultima domenica del mese: stracci di quartiere

IL QUARTIERE. Poi ci sono i duri e puri. Quelli che non si schiodano dal pigneto manco per i saldi. Che rimangono aggrappati ai negozietti pseudo vintage di san lorenzo. A loro non frega nulla che è per il quarto anno di seguito che in quella vetrina c’è la stessa borsa zebrata “che fa tanto punk”. Li vedrai a zonzo tra le stesse quattro strade dove mangiano, vivono, studiano (?), si riproducono e forse moriranno. Lì e solo lì cercano i capi con cui agghindare il proprio corpo, prediligendo lana cotta (esisterà la lana cruda?), maglieria dai toni pastello e borse di cuoio. Anche in questo caso il bottino sono degli stracci coloratissimi, che profumano di centro sociale e piscio di cane. La lana cotta resiste a qualsiasi trattamento: plus durata lavatrice, 8 lavaggi.

Di quartiere, capitalisti o centrali, rimangono sempre e solo irresistibili e coloratissimi stracci da fuorisede fuoriposto.

si porta a roma… la (non) befana di piazza navona

In queste settimane di festività piazza Navona smette di essere uno dei posti più belli di Roma per trasformarsi in un suk di dolcetti e giochi da fiera che perfino da Torvaianica sono scomparsi dagli anni 80. Scappa dalla stucchevole mela caramellata, scappa dall’infernale giostra dei cavallucci e concentrati sulla Befana. I romani la preferiscono a Babbo Natale. E così il 6 gennaio la Befana si palesa a piazza Navona e fa la gioia di tutti i bambini.

ROMA BEFANA PIAZZA NAVONA

pz navona, da piazza a suk è un attimo

Tu, fuorisede fuoriposto, so che vuoi integrarti nell’humus culturale e folkloristico della capitale. Per questo motivo hai già anticipato il tuo rientro a Roma fissandolo prima del 6 gennaio – se non vi hai già passato il capodanno. Con chiunque parli ti diranno che si paleserà, che si calerà dall’alto, appesa a un filo e a cavallo di una scopa. E allora tutti al freddo e al gelo immersi nel suddetto suk la sera del 5 gennaio, attendendo la Befana insieme a centinaia di bambini sognanti.

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2 euro e passa la paura: anche in camera tua l’inquietante befana colorata.

ore 23: vabbè aspetteranno la mezzanotte. ore 24: vabbè la befana pure fa ritardo, a mò di metro b. ore 1 del 6 gennaio: chiediamo ai commercianti… lo sconcerto nei loro occhi. Se manco parlassi loro di ufo e extraterrestri. Mai vista Befana a piazza Navona. Il panico, lo sconcerto. Non ti fidi, decidi di cercare un uomo di stato a cui affidare le tue speranze. Ti accontenti anche di un vigilante privato. Non sa di cosa parli, ti fissa con lo stesso sguardo che potrebbe dedicare ad un cagnolino zoppo. Nulla, le certezze che aveva l’intera cittadinanza romana fino al 4 gennaio, la sera del 5 gennaio si dissolvono. Non era vero nulla. Nessuno ha mai visto una sfigata travestita da befana a piazza Navona. LA BEFANA NON ESISTE.

Per affogare la tua delusione – dato che il 5 è noto, si va a ballare non si sta al freddo in mezzo ai bimbi – non ti resta che addentare una graffe alla nutella – che qui amano chiamare ciambella calda… mah –   e rotolare fino alla fermata del 492.

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la befana non esiste, consolati con una graffe calda

Ciò è l’accaduto di circa 363 giorni fa. Anche allora gli organi di stampa parlavano dell’atterraggio della Befana a piazza Navona, nella notte tra il 5 e il 6. Anche allora la raccontavano come una tradizione della città, a cui non mancare. Anche allora tutti i conoscenti e amici romani giuravano su ciò che avevano di più caro che la Befana esiste ed è un appuntamento immancabile.

Ma la befana 2013 non è mai esistita. E il mio infreddolito naso è rimasto inutilmente puntato verso il cielo fino alle due di notte, insieme a quello di tanti altri bambini sognanti e assonnati. Questo post vuole fare giustizia. Piscia piazza Navona e trascorri la tua Epifania con la fidata Peroni nella piazzetta di san lorenzo.

si porta a roma… Capodanno fuorisede (opzione 1: tornare a Roma)

Il vero fuorisede fuoriposto non fa piani per Capodanno. Se hai prenotato voli mesi fa o se hai già la prevendita della disco in tasca, fatti delle domande e cambia blog. Se invece per te san Silvestro è ancora una nebulosa indefinita, a cui dare una forma solo durante il cenone sei nel posto giusto. Qui l’unico tavolo da prenotare è quello di casa di amici, per sbroccarci sopra alle 4.28 dell’anno nuovo.

Il grande dilemma di ogni fuorisede è se fare Capodanno a Roma o nel paesello natìo. Se gli amici del liceo ti hanno già sufficientemente depresso, prendi un treno regionale e torna in Capitale. Troverai innumerevoli colleghi orfani per una notte. Fingeranno di non avere un padre e una madre, ma solo a cavallo tra 31 e 1.

TV: PAOLINI A GIUDICE ROMA,MAI PIU' BLITZ DAVANTI TELECAMERE

CHI: aspettati anche Paolini tra gli (auto)invitati del cenone

LA CENA: CHI 

Con chi si magna? Le dinamiche di invito al cenone tra fuorisede poracci sono caratterizzate da incontrovertibili meccanismi di agglutinazione. Gruppi e sottogruppi di amici, conoscenti, sconosciuti si aggiungono a questa fantomatica cena. Non puoi far nulla per fermare l’invito selvaggio, senza selezione all’ingresso alcuna. Tanto è l’ultimo dell’anno e siamo tutti una grande famiglia. Il numero di partecipanti è sfuggito al tuo controllo già prima di Natale, l’evento su facebook è pubblico, tanto che si è aggiunto anche l’immancabile Paolini e allora il vero problema diventa il DOVE.

LA CENA: DOVE

Errore 1. Nel pensare quest’evento di fine anno nessuno ha preso in considerazione che tutti i fuorisede fuoriposto vivono in appartamenti in cui lo spazio disponibile si riduce ad una cucina semiabitabile, in cui di solito non riescono a mangiare in pace nemmeno gli inquilini della ridente abitazione. I trendsetter ne sono ancora all’oscuro, ma il must del 2014 sarà cenare in piedi. Quindi anticipiamo le tendenze, tanto siamo gggcciovani. Tra il 28 e il 29, quindi, un martire si immolerà per la causa e metterà a disposizione l’angusta casa, tenendo all’oscuro i propri coinquilini, che dormono beati nei loro paeselli d’origine.

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DOVE: ovviamente nell’estrema periferia. Il concertone da certezza a sogno grazie ad Atac

 Errore 2. Ovviamente questo martire NON abita a san lorenzo, né a piazza Bologna. E’ usuale che la location sia in prossimità del raccordo o giù di lì. L’intenzione di tutti è cenare e poi riversarsi nell’immensa capitale. La città è nostra, la notte è anch’essa gggcciovane come noi e allora nulla può fermarci. Il concertone al circo massimo ci aspetta. Se non che  il vero fuorisede fuoriposto sta a piedi. Non ha auto, non ha scooter. Al massimo una bicicletta hipster per la primavera. Per tutto il resto c’è Atac. A Capodanno. Si. #credici #dontstopbelievin

 

LA CENA: COSA

L’unico tassativo della cena è “ognuno porta qualcosa“. Se gli (auto)invitati sono tutti terroni sarà una profusione di

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COSA: il cuscus – fast and cheap – salva anche il cenone con invitati nordici

 

pasta al forno, torte salate, conserve, salumi, formaggi. Ognuno dei fuorisede a Natale ha amato la propria famiglia e la valigia del viaggio terronia-Roma era carica di LA QUALUNQUE. Il cibo non dovrebbe essere un problema. Ma se ci dovesse essere carenza di alimenti, ricorda che sei gggcciovane, hai magnato come un porco all’ingrasso negli ultimi 10 giorni e a gennaio si torna alla vita normale. Se tra gli invitati/imbucati hai la fortuna di avere qualcuno più a nord di Roma, aspettati solo del vino. Comprato probabilmente al conad prima di venire a cena. Ma va bene così, in qualche modo bisogna pur sempre dissetarsi.

IL DOPOCENA: WHAT?

Se hai letto fin qui e hai   più di 3 neuroni, avrai già realizzato che il dopocena non esiste. E’ un bluff per non sentirsi sfigati chiusi in un appartamento di periferia l’ultimo giorno dell’anno. Fino all’una di notte la maggioranza continuerà a sostenere “dieci minuti e scendiamo”. Ma l’idea di prendere dei mezzi pubblici capitolini, in piena notte, con le panze piene, ubriachi, fa desistere anche il più ggcciovane della combriccola. E allora tutti svaccati sui divani aspettando l’alba del nuovo anno. Da contemplare dopo 3 ore di sonno. Perché se Roma è nostra, siamo noi a non essere di Roma. Sniff. Buona fine, buon inizio.

si porta a roma… regali di natale da TIGER: top 5

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Hai deciso che le tue finanze non ti permetteranno di far regalo di Natale alcuno? Anche quest’anno vuoi giocarti la carta del fuorisede poraccio per non fare regali nemmeno a tua sorella? FRENA. I danesi sono venuti in tuo aiuto. Esci da San Lorenzo, arriva sulla Tiburtina, poco dopo il ponte… oppure mettiti in metro A, arriva fino a Giulio Agricola e vai da Tiger, la catena danese di negozi per regali decenti sotto i 5 euro… ma anche sotto i 2. In pratica è una ammasso di oggetti inutili che sembrano utili. Ovvero la definizione del perfetto regal(in)o di Natale. Una volta varcata la porta di Tiger non farti confondere da tutto il marasma di inutilità in cui sarai immerso. Qui hai i 5 regali perfetti, non ti serve altro.

Ah, se sei di Roma3, forse ti conviene il punto vendita di piazza della Radio. Se invece sei ricco o vuoi sentirti tale, ce n’ uno in centro, in piazza Cairoli.

Ah Ah, se hai un cuore e dei nipotini, con quattro euro c’è il mini bowling di legno. Lo volevo anch’io. [bimbominkiamode – OFF]

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l’irresistibile inutilità dell’egg timer

5. EGG TIMER. Nessuno lo userà mai, ma quando lo regali sembra na cosa figa. Non è il vibratore a forma d’uovo di Shortbus, ma un uovo finto che si mette nell’acqua bollente insieme alle uova. E si decolora in base alla cottura: morbido, alla cocque, sodo. Perfetto per l’amico impedito che non sa nemmeno farsi le uova sode. appena lo avrà tra le mani si sentirà un po’ Clerici un po’ Parodi, poi lo dimenticherà nel cassetto della cucina preferito dalle blatte.

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sumo-danaio: il salvadanaio per la tua amica grassa e povera

4. SUMO-DANAIO. Il salvadanaio per la tua amica grassa. Tutti ne hanno una. Se proprio a Natale, quando sta per metter su altri quattro chili, vuoi farle credere di vivere nel musical Hairspray (grasso è bello, remember?), puoi regalarle il Sumo-danaio. Così le ricordi anche che è povera, oltre che grassa. Irresistibile, enorme – il salvadanaio, non lei – e a soli 3 euro.

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sentirsi figa come fa lei. con solo otto euro di cuffie.. se se credici…

3: SUPER CUFFIE COLORATE. Con queste fai il figurone: 8 euro per averle viola, rosa, verdi o arancioni. Tanto il tuo amico terrone non sa dell’esistenza di Tiger nel mondo, quindi crederà in un costo di almeno 15-20 euro. Quando si renderà conto che la musica si sente meglio con gli auricolari cinesi, te sarai già tornato a Roma e potrà odiarti solo a distanza. E poi chi è che va in giro co ste scomodissime cuffione per sentire bene la musica? Servono solo per sentirsi fighi no?

2: TIMBRI HIPSTER. Questi sono tanto inutili quanto baffuti, ma se hai l’amico hipster – ce l’hanno tutti, magari in coppia con l’amica grassa di cui sopra –  gli regalerai un paio di orgasmi. Poi se vuoi proprio dissipare tutte le tue finanze ci sono anche le bag baffute a 2 euro. Tanto per i fuorisede fuoriposto le bisacce sono come le mutande: non sono mai troppe.

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preparati all’orgasmo del tuo amico hipster

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l’unica cazzata che ho comprato anche per me. irresistibile.

1: FIASCHETTA. Questa è il top. Con quattro euro di acciaio inossidabile farai il regalo più amato da ogni fuorisede fuoriposto. Cioè quella categoria umana che va solo a serate free entry e poi non vuole spendere manco un euro per bere. La fiaschetta è decisamente radical, ma anche più chic della bottiglietta di plastica col vodka lemon già miscelato. Se sei maschietto ci sta in tasca, se sei femminuccia non sarà notata dal buttafuori che controlla le borse all’entrata. Da amare incondizionatamente. E da comprare anche per sé.   

si porta a roma… (non) fare l’albero di natale

Oggi è domenica 8 dicembre, il ponte dell’Immacolata ha dato forfait e quindi molti fuorisede fuoriposto sono rimasti a Roma a fare l’albero di natale. O meglio, a pensare di fare l’albero. Perché se nelle nostre dimore natie tutti vogliono l’albero ma nessuno lo vuol fare, in una casa di fuorisede occupare così la domenica pomeriggio è proprio utopico. Ecco le possibili soluzioni per non sentirsi il Grinch ed economizzare al massimo dispendi di energie e denaro.

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no, se non ha voglia di fare l’albero non sei il Grinch, sei solo sano di mente


OPZIONE 1: TIENILO GIA’ FATTO

Tutte le case poraccie hanno un antro oscuro. Che sia un angolo del corridoio o uno sgabuzzino inutile, è questo il posto giusto per riporre l’albero di natale. Si, tenerlo lì al buio tutto l’anno, senza smontarlo, con le luci e le palle già appese. Quando arriva l’otto dicembre apri l’altro, frughi tra i gomitoli di polvere e tiri fuori il tuo alberello. Raccatti un comò qualsiasi e ce lo piazzi sopra. tempo perso: 4 minuti circa. No alle manie di grandezza: un alberello di 50-100 cm può andar bene, sennò devi affittare una stanza tutto l’anno solo per l’albero.

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nascondilo nello sgabuzzino: una spolverata e passa la paura

OPZIONE 2: TROVATI LA COINQUILINA CON CARENZE D’AFFETTO

Se sei convinto di vivere in una dimora lussuosa e hai deciso di investire le bustarelle delle zie sull’albero di natale, puoi farlo anche di due metri d’altezza. Sappi che poi ci vuole mezza giornata per dargli un aspetto decente. Se non ne hai voglia, rimanda tutto all’anno prossimo. Hai dodici mesi per trovarti una coinquilina che non ha niente da fare, con traumi d’infanzia, amante del Natale. Comincerà a desiderare addobbi già a novembre, e l’8 dicembre 2014 cercherà di coinvolgerti nell’allestimento dell’albero. Per lei è un momento di comunità, unione e calore umano. Te le confermerai la tua partecipazione per poi pisciarla  all’ultimo minuto con un’ondata di scuse. Al tuo rientro, troverai un favoloso albero di natale nel corridoio.

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scelta minimal: l’albero bianco dei cinesi. irresistibilmente trash

OPZIONE 3: IL TRASH CINESE

Anche se pessimi parrucchieri, i cinesi possono aiutarti a rendere umana la tua casa poraccia. Favolosi alberelli di plastica, già innevati, possono essere una soluzione low cost e senza impegno. Lo lasci senza addobbi, magari con qualche lucetta, e dai quel tocco radical-trash che non metterà il tuo albero in competizione con quelli seri. Lo venderai ai visitatori come una scelta ben precisa: basso profilo, essenziale e minimalista. A lbero simbolico e volutamente trash.

OPZIONE 4: L’IKEA E L’ALBERO A COSTO ZERO

Questa opzione presume un discreto impiego di tempo, ma è l’unica davvero a costo zero. Procurati 14,99 euro e un amico motorizzato. Vai a Porta di Roma ed entra all’Ikea. Qui ti daranno un vero abete di 140cm, da restituire dopo le ferie. Alla restituzione avrai un buono dello stesso importo da spendere all’Ikea. Forse così smetti pure di mangiare nei piatti sbeccati e inizi il 2014 con super coloratissime stoviglie svedesi. E poi vuoi mettere il tocco ‘green’? Alla fine non stai provando ad avere un albero gratis… stai aiutando l’ambiente, no? ATTENZIONE: i 14,99 non includono il vaso… non andare coi soldi contati, poraccio!

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Ikea ancora di salvezza: albero a costo zero, o quasi

si porta a roma… fotocopiare libri

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gli odiosi anelli dei libri fotocopiati: lunga vita alla spillatura selvaggia

 

Inizia dicembre e il fuorisede fuoriposto prende atto che la sessione invernale si avvicina. Nel mentre, gli viene anche comunicato che i corsi ai quali si è fatto mettere la firma per tutto il semestre – senza mai presentarsi a lezione, of course – hanno dei pre appelli per frequentanti prima di Natale. Ansia e disperazione sono dietro l’angolo. Keep calm. Primo passo: procurarsi i libri. E nel vocabolario del fuorisede poraccio “procurarsi” si legge “fotocopiare”. 

FINANZA E SIAE, MULTE E SEQUESTRI

Ed ecco che subentra un ulteriore panico. Perchè se per tutti noi è normalissimo fotocopiare libri interi, finanzieri e Siae non sono dello stesso avviso. E non sono leggende metropolitane quelle che narrano di studentesse indifese beccate coi libri fotocopiati all’uscita della copisteria, e punite con una supermulta. Da Tiburtina a San Lorenzo, non è più così facile trovare chi copia l’intero libro o addirittura tiene già tutto salvato nell’hard disk. Perfino a fotocopiolandia/viale Ippocrate è tempo di vacche magre. Ma non desistere: anche se la legge italiana vuole impedirti di studiare, questo semestre te la caverai. C’è chi assicura che a viale Ippocrate siano rimasti fotocopiatori scaltri e rapidi, o chi mette te a fotocopiare il libro – in modalità nonvedo-nonsento-nonparlo. Ma è diventato spesso indispensabile avere un libro originale da cui partire.

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breaking news: fotocopie, è scontro ideologico tra finanzieri e studenti

L’USATO FOTOCOPIATO

Tale accanimento dello Stato contro i poveri studenti – si legga poveri in senso letterale, mi raccomando – interpone un ulteriore ostacolo tra il fuorisede fuoriposto e gli esami di gennaio. Ovvero ottenere un libro da cui far fare le fotocopie per il corso intero. Se gli studenti dell’anno precedente possono venderne alcuni, c’è prima da trovare lo sfigato che studierà dai libri fotocopiati usati. “fotocopiato usato” è davvero la quintessenza del poraccio: leggere un testo già sottolineato è una continua sfida con l’intelligenza del precedente possessore. L’esperienza cultè  l’interpretazione dei grafici senza senso lasciati ai margini: ed è un attimo che ci si sente Tomb Raider nelle tombe egizie. In più il fotocopiato usato è presumibilmente pronto a disfarsi alla prima sfogliatura: studierai convinto che il libro sia di 4 capitoli, per poi scoprire a due minuti dall’esame che gli altri 3 ti hanno abbandonato. Volati via una pagina per volta… altro che scripta manent.

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fotocopiato usato: nemmeno il potere delle tette di tomb raider riuscirà a farti interpretare le sottolineature del precedente possessore

L’ORIGINALE

E poi ci sono sempre i prof che vogliono l’ultima edizione oppure cambiano i testi da un anno all’altro. Ovviamente le mille biblioteche romane non avranno il libro che serve a te. Per questi casi non c’è storia: qualcuno se lo deve comprare originale. Scarta subito l’idea di fare collette. Il vero poraccio non maneggia spiccioli e lo sforzo organizzativo è immotivato. Tanto il tempo ti darà ragione. In tre fasi.

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i fuorisede fuoriposto: astuti manipolatori delle teorie studiate sui libri – fotocopiati, ovviamente

FASE 1: la guerra psicologica. Quando si prende atto di questa necessità inizia una guerra psicologica tra i vari studenti del corso: tutti aspettano che l’altro lo compri. Prima o poi qualcuno cede. Ai secchioni inizia a salire l’ansia ad ottobre perché ancora non hanno tutti i libri… e corrono in libreria. Appena il secchione di turno viene avvistato a lezione con il libro originale inizia la fase del corteggiamento per farselo prestare.

FASE 2: il corteggiamento. Il fuorisede fuoriposto sarà spietato. Manderà la figa della classe dal più nerd di tutti a chiedergli il libro. Dopo anni in cui non lo ha nemmeno salutato, senza neanche ricordare il suo nome, la zoccola opportunista con fare suadente prometterà un caffè in cambio del libro.

FASE 3: la riproducibilità selvaggia. A quel punto è fatta: fotocopiato una volta, le preziose copie passeranno di mano poraccia in mano poraccia, di copisteria in copisteria. D’altronde è l’era della riproducibilità tecnica, vero Benjamin?

IL GENIO

Fin quando non spunterà il genio, che il giorno dopo il primo appello di gennaio – che il genio puntualmente salta, volendosi passare il Natale in santa pace – andrà dai cari colleghi che hanno sostenuto l’esame: “ma non è che potresti prestarmi i libri? tanto a te non servono più; lo faccio a febbraio e te li riporto”. Inutile dire che nel freddo inverno del 2009 risposi affermativamente a una domanda del genere… e quelle fotocopie ancora sono a prender polvere nella zozza stanza del genio, cronicamente fuoricorso.

pillola cinecapitolina: 6 euro per il torino film festival a roma

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il poster del #tff31, disegnato da Gipi

A Roma funziona un po’ così: se non sei te che vai ai festival del cinema sparsi per l’Italia, è l’Anec Lazio che li porta in città. Da anni lo si fa per Venezia, quest’anno anche per il Torino Film Festival. Dal 2 al 4 dicembre – ossia oggi, domani e dopodomani: lo so che non hai cognizione del tempo e dello spazio – una selezione di 10 tra i film presentati a Torino sarà proiettata a Roma,

DOVE COME QUANTO

Ai cinema Greenwich (Testaccio), Sacher e Alcazar (entrambi Trastevere). Non zone propriamente da fuorisede fuorisposto, ma può andar bene così. Prezzo unico biglietti: 6 euro. E non ce ne frega niente che sei uno studente con le tasche bucate. Sufficientemente poraccio per film che difficilmente vedremo nelle sale italiane.

ESCLUSI I MIGLIORI

Tra le proiezioni notevoli, si segnala “La Battaglia di Solferino“, all’improbabile orario delle 18 di mercoledì 6: è tra i 10 film dell’anno secondo Cahiers du Cinéma. Peccato però: nel programma mancano i film che il mondo dei cinefili ha più apprezzato. Il vincitore “Club Sandwich e l’applauditissimo “Pelo Malo non sono in rassegna: oscure logiche distributive. Probabilmente li vedremo, forse, un giorno, in lingua originale, su qualche illegale sito di streaming.

si porta a roma… lo street food poraccio: top 5

Il fuorisede fuoriposto è solito mangiare a casa. Poi magari esce e beve due mesi d’affitto, ma sul nutrimento risparmia come manco zio Paperone. Ciò non toglie che ogni tanto lo spuntino fuori casa ci sta. E allora ecco la TOP5 dello street food poraccio capitolino. Tassativamente sotto i 5 euro, cioè il budget che di solito rimane in tasca alla mia amica Jessica di ritorno dalla disco – se tutto va bene.

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gli zozzoni: a porta maggiore è un’istituzione della notte poraccia capitolina

5: LO ZOZZONE, Porta Maggiore. Non è sul podio solo perché le condizioni igienico sanitarie lasciano perplessi. Ma si sa, la sporcizia insaporisce. E allora i paninazzi dello zozzone a porta maggiore restano un’istituzione notturna. Il suo camion in pieno romanaccio style è una delle poche certezze della vita per Jessica. Costo: vario, rapporto qualità-quantità/prezzo imbattibile.

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arancine di Mizzica: Jessica le ingurgita in un boccone solo

4: BISTROT 35, Testaccio, via Monte di Testaccio 35. Qui panino con la porchetta obbligatorio. Piccolo, accogliente e soprattutto economico. Perfetto per il post nottata ai locali supertrash della zona. Jessica lo ama per il pre, con le birre artigianali a prezzi onesti, per iniziare a carburare prima di gettarsi in pasto ai latinos del Coyote. Costo: panino porchetta 3,50.

PODIO DEL GRASSO

3: MIZZICA, piazza Bologna. Le arancine – che nascono donna, sia ben chiaro – qui sono un’istituzione. Jessica a tal proposito ha una posizione polemica: dall’alto del suo palato gourmet sostiene che le arancine di ‘mpare (via Catania, sempre in zona) siano meglio. Approfondite indagini hanno appurato che i due sono fratelli e se li fanno arrivare surgelati dagli stessi fornitori siciliani. Sono identici: realtà 1 – Jessica 0. Costo: arancina 2,20.

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la pizza romana con la mortazza: tappa fidata delle 2 di notte

2: KALAPA’, Pigneto. La patata ripiena Kumpir ha il suo perché, ma non riempie lo stomaco di Jessica, tendente all’infinito. La pita è sicuramente più street. E poi qui l’acqua è gratis. Unico appunto: gli sgabelli non reggono il culone di Jessica. Misura il tuo, sennò fatti fare tutto da portare e mangia accasciato sul marciapiede di fronte. Non credergli quando si dichiara ristorante: è fast food 100%. Costo: pita 3,50, patata 4,50.

1: RENATO, san Lorenzo. La pizza con la mortadella è il classico della notte studentesca a base di Peroni e Tennet’s. Unta, bisunta e straunta, disponibile solo da mezzanotte in poi. A Renato si perdona pure il delitto di pesare la pizza alla pala. Jessica è solita comprarne enormi quantità e poi arenarsi nel mezzo della piazzetta triangolare, riversando i suoi rotoli al suolo. Una rivelazione: il vero nome della piazzetta è largo degli Osci. Jessica quando l’ha scoperto – dopo 5 anni di vita a Roma – è rimasta muta per due giorni. Costo: a peso, WARNING!